I dati sulla disoccupazione parlano chiaro: trovare lavoro
oggi in Italia, soprattutto se si è giovani, diventa sempre più difficile.
Eppure c’è un altro dato, apparentemente contraddittorio rispetto al primo,
ovvero il numero di posti che le aziende offrono senza riuscire a trovare
personale adeguato: oltre 630 mila secondo i dati ISTAT.
Questi due dati potrebbero apparire contraddittori, ma solo
per chi non ha mai assistito di recente a colloqui di lavoro. A me
capita spesso, su richiesta dei titolari di aziende, disperati per aver
sbagliato assunzioni precedenti e desiderosi di trovare persone che diano loro
un vero contributo.
Ebbene in un colloquio solitamente emergono i due problemi
di base, che poi spesso creano i numeri di cui abbiamo parlato prima: titolari
e candidati incapaci di fare un colloquio di selezione.
Partiamo dagli errori più classici di chi assume.
Ad
esempio, nel momento in cui inseriamo una amministrativa solo brava a tenere i
conti ma con una “brutto carattere”, avremo nel tempo una serie di problemi
“imprevisti” sia con i clienti che con gli altri suoi colleghi di lavoro, che
comporteranno uno stress e danni economici molto maggiori del dover
semplicemente colmare alcune lacune tecniche. Quindi ricordatevi di fare
domande che facciano emergere anche il carattere e non solo le competenze.
2. Domande
di colloquio che comportano risposte scontate, tipo “ti piace lavorare?”, “Sei
disposto a fare sacrifici?”, “Ti relazioni bene con le persone?”.
Sfido a
trovare un candidato che a colloquio riveli “Odio lavorare e litigo con tutti”!
Le domande devono essere “aperte”, ovvero devono far parlare il candidato e non
fargli rispondere solo “sì” o “no”.
3. Prestare
attenzione al paraverbale (ad esempio il tono della voce) e al non verbale (ad
esempio gesti e sguardi) e non solo al contenuto di quello che vi dice (il
verbale).
Questo perché uno sguardo o il tono usato per dire una frase è molto
meno “controllabile” quindi è più facile che riveli i veri pensieri e le vere
idee di chi parla, dandovi la possibilità di comprendere subito alcuni aspetti
caratteriali fondamentali.
4. Assunzioni
“a pelle”.
Quando sento dire che le assunzioni vengono fatte in questo modo
comprendo anche i disastri che poi trovo all’interno dell’azienda. Oggi
esistono numerosi test scientifici, molto più affidabili del “sesto senso”.
Ovviamente sconsiglio di assumere personale solo usando questi strumenti, ma il
mix tra questi, un buon colloquio ed un periodo di prova aiutano a fare la
scelta giusta.
Ma gli errori non vengono fatti solo da chi
assume. Spesso anche chi si propone rischia di bruciarsi ogni possibilità a
causa di comportamenti o errori macroscopici.
Ecco i più frequenti dei candidati:
1. Presentarsi
in maniera sciatta o con vestiti non consoni.
Qui non parliamo di mettersi
necessariamente in giacca e cravatta, ma neppure di arrivare in pantaloncini
corti e infradito. Ovviamente questo vale in generale, ma bisognerebbe adattare
il proprio look al contesto del lavoro per cui ci si propone.
2. Fare come prima domanda: “Quanto si guadagna?”.
Nessuno vive di gloria, ma non
assumerei mai nessuno, seppure bravo e preparato, se facesse questa come prima
domanda. I migliori collaboratori che ho conosciuto avevano una caratteristica
in comune: prima dimostravano il loro valore e solo dopo chiedevano uno
stipendio adeguato alle loro capacità.
3. Fingere.
Questo vale sia per il carattere che per le competenze. Non c’è niente di
peggio che affermare di essere ciò che non si è. Se di fronte vi trovate una
persona abile a riconoscere le vostre bugie siete esclusi immediatamente, ma in
ogni caso anche se veniste assunti queste bugie prima o poi verranno fuori,
rendendo il lavoro un vero inferno
4. Non
avere obiettivi chiari su ciò che si cerca.
Quando sento che una persona
vorrebbe fare qualunque lavoro di solito questa nella realtà significa che non
vuol fare nessun lavoro. Devi avere qualche passione o ambizione, altrimenti i
tuoi lavori rischieranno di essere fatti sempre controvoglia o senza un vero
contributo di valore.
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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it